lunedì 21 marzo 2011

Master: ma quanto mi costi?

Prendendo spunto da un commento lasciato da Occhi di notte nel post voglio-diventare-una-giornalista-si-ma-come? voglio parlare questa volta dell'investimento economico necessario per seguire uno dei corsi di Giornalismo riconosciuti dall'Ordine.
Come tutti i Master di primo e secondo livello il costo è notevole, anche se in effetti sempre meno dispendioso di quelli del settore economico/giuridico. Sicuramente non è una spesa sa poco, in media si parla di 6.000 euro all'anno per corsi della durata di un biennio, a cui normalmente vanno aggiunti costi relativi a materiale e libri e, se si sceglie di allontanarsi da casa anche tutte le spese che ne derivano.
Il problema quindi secondo me è sempre lo stesso: in Italia il diritto all'Istruzione (e la i maiuscola non è casuale) è purtroppo un'utopia. Personalmente trovo indegno di un Paese moderno e democratico come dovrebbe essere il nostro, che una persona sia limitata nelle sue scelte dal reddito di cui dispone. Non parliamo infatti di rinunciare a vacanze esclusive, vestiti firmati o cellulari di ultima generazione, ma di qualcosa di ben più importante e fondamentale come studiare, mezzo prioritario per garantirsi un futuro dignitoso. Le poche e misere borse di studio che vengono "messe a disposizione" dalle Università, putroppo molto spesso non bastano, soprattuto se si è fuorisede e si devono affontare le numerose spese a cui accennavo, facendo i salti mortali tra studio e lavoretti per mantenersi. La scelta della facoltà e del percorso di studi in genere quindi, molto spesso è condizionata dalle possibilità economiche e sono moltissimi gli studenti che arrivati alla Laurea con enormi sacrifici e difficoltà decidono di non continuare con specialistica, master o quant'altro proprio per potersi immettere finalmente nel mondo precario del lavoro e cercare di raggiungere la tanto agognata indipendenza economica.
Nel mondo del giornalismo tutto è reso ancora più duro dal fatto che le scuole riconosciute sono poche, elitarie e potenzialmente costosissime. Il sacrificio quindi da considerare è notevole, la strada lunga e tutta in salita, eppure sono ancora convinta che alla fine ne valga la pena! Le conoscenze teoriche che si apprendono durante il biennio, le capacità tecniche di redazione ed organizzazione, sono a mio parere un bagaglio indispensabile per affacciarsi all'ambiente con gli strumenti necessari. Ma quello che è il valore aggiunto di queste scuole sono i contatti: la rete che si viene a creare tra l'aspirante giornalista e il mondo dell'editoria costituisce la colonna portante del mestiere. Avere accesso a determinati ambienti, conoscere  persone ed addetti ai lavori, è fondamentale quanto il saper scrivere un articolo. Una rete che tuttavia ritengo accessibile in modo diretto solo mediante l'intermediazione di una Scuola seria che sia in grado di formare ed immettere nel mercato del lavoro. Difficilmente si può essere presi sul serio in questo ambiente senza i titoli necessari, autosponsorizzandosi.
Ovviamente è la mia pura e semplice opinione, e rappresenta la strada che con caparbietà e sacrificio ho intrapreso insieme a tantissimi altri con la passione per la parola scritta. Rappresenta quello che finora mi sono sentita ripetere più spesso, e il consiglio che quindi voglio girare a tutti voi: studiare, impegnarsi e non arrendersi!

Per chi come me sia interessato ad accedere ad una delle Scuole riconosciute dall'Ordine dei Giornalisti l'elenco è questo e potete trovarlo con tutte le info utili sul sito dell'Ordine appunto: http://www.odg.it/content/elenco-scuole-giornalismo

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