giovedì 3 febbraio 2011

Voglio diventare una giornalista: si ma come?

La prima cosa che mi ha disorientata nel mondo del giornalismo è che non esiste una strada unica e spicifica per entrare nell'ambiente.
Voglio dire, sicuramente in ogni settore esistono diverse possibilità, ma poniamo per esempio che avessi voluto diventare avvocato: la strada da intraprendere è laurea in Giurisprudenza-specialistica nel settore di interesse-esame di stato-praticantato e poi tanto tanto duro lavoro e un po' di fortuna.
Nel campo dell'editoria in generale le cose sono molto diverse e, secondo me, un po' dispersive o perlomeno confuse.
Vediamo le diverse possibilità, partendo dalla preparazione accademica:
Innanzitutto la prima cosa da affrontare è la scelta del corso di Laurea: non esistono per ora facoltà che siano riconosciute dall'Ordine. Questo vuol dire in sostanza che i corsi in editoria/giornalismo danno una sicuramente ottima conoscenza teorica del mestiere, ma nella pratica non garantiscono l'accesso alla professione e in molti casi nemmeno all'esame di Stato. Nel scegliere il corso quindi io ho tenuto conto ovviamente delle miei passioni (perchè credo non ci sia niente di peggio che frequentare all'università una facoltà che non ci piace, è impossobile arrivare in fondo) e dello scopo futuro. Dopo varie riflessioni e un anno sabbatico sono approdata a Lettere moderne, perchè ovviamente adoro la letteratura e mi sembrava potesse darmi una buona cultura di base, non troppo specifica e per questo spendibile in campi diversi.
Una volta raggiunto il traguardo della Laurea (io ci sto ancora lavorando!) si possono prendere diverse strade tra cui la specialistica o un Master. In tutta Italia circa 9 istituti offrono corsi riconosciuti dall'ordine che nel biennio preparano a livello teorici e pratico (mediante stage, seminari, tirocini) e dopo 18 mesi di pratica presso una testata è possibile sostenere l'esame per diventare giornalista professionista.

Un'altra strada percorribile è quella di farsi strada senza seguire un percorso di studi specifico.
Ossia, proporsi alle diverse testate iniziando una lunga e spesso frustante gavetta, ma che permette di acquisire le competenze pratiche e i contatti necessari allo svolgimento della professione. Una volta entrati in una redazione e aver convinto chi di dovere a pagarci il nostro lavoro, è possibile iscriversi ad una sorta di "praticantato" con lo scopo di accumulare in circa 2 anni quanti più articoli pubblicati e retribuiti possibile e presentarli alla fine davanti ad una commissione di professionisti che li valuterà. Superata la prova, si viene in automatico iscritto all'Albo come Giornalista Pubblicista (cioè che non svolge il mestiere in modo prefessionale).

Io ho optato per una sintesi dei 2 percorsi: Laurea in Lettere, Master/Specialistica in Editoria e Giornalismo (almeno mi tengo entrambe le porte aperte) e nel frattempo iniziamo con la gavetta collaborando ad alcune testate cartacee ed online, per farsi le ossa, stringere i primi contatti utili e mettersi alla prova. E durante l'estate un corso intensivo specifico in un settore (moda, carta stampata, radio, tv..) per acquisire competenze precise e ancora nuovi contatti.

Insomma,le possibilità sono tante ma è bene ponderare bene le proprie scelte!

Cinderella

2 commenti:

  1. Dimentichi un piccolo, lieve, insignificante dettaglio: i costi.
    Una scuola riconosciuta dall'Ordine è una scuola privata, i cui costi variano dai duemila euro in su, annui.
    Inoltre, i costi delle ritenute.
    Normalmente vengono addebitati agli aspiranti. Ovvero pagare sull'unghia una quota considerevolmente alta (semila euro in Lazio).
    PIù varie ed eventuali a carico dell'aspirante.
    Più i tantissimi truffatori che ti pagano 1,50€ ad articolo e ti dicono che devi anche essere contenta....
    Informati più che puoi!

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  2. Si, i costi sono sempre un ostacolo notevole.. Per quel che riguarda la formazione post universitaria le rette sono molto spesso proibitive è vero e le borse di studio poche ed insufficienti.. Ma è uan strada che mi sento di tentare, seppur con notevoli sacrifici:)

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